Generazione Z: 5 modi per catturare la loro attenzione

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Caratteristiche e scelte dei Nativi Digitale

 

Iniziamo con l’identificare nel dettaglio la Generazione Z di cui parleremo oggi per capirne necessità, sogni ed esigenze.

La Generazione Z comprende tutti i nati tra il 1997 e il 2012, sono i così detti nativi digitali, quelli cioè che sono nati con uno smartphone in mano e che a tre anni facevano vedere come scrollare sull’iPad ai genitori. Qualsiasi loro azione quotidiana passa attraverso l’uso della tecnologia, sempre col telefono in mano, vivono una vita costantemente connessi tant’è che si è persa ormai la distinzione tra on line e off line per parlare direttamente di vita on life.

Il collegamento con la tecnologia non è però l’unico fattore che determina questa generazione che, anche grazie a internet, è sicuramente più consapevole e informata. È una generazione più multi-culturale di quella precedente con idee politiche che non escludono il supporto a tematiche quali gender equality, matrimoni omosessuali, diritti LGTBQ. Hanno le idee chiare rispetto al loro futuro e al lavoro che vogliono che non persegua solo un fine prettamente economico ma di più generale soddisfazione, opportunità di crescita e condivisione di valori.

La Generazione Z è meno fedele ai brand che vengono da loro messi costantemente sotto la lente d’ingrandimento. Alle aziende i giovani oggi non chiedono solo un prodotto di qualità e con certi canoni estetici ma anche una certa responsabilità sociale, maggiore attenzione alle tematiche sulla salvaguardia dell’ambiente, più rispetto per le persone, una certa etica professionale e anche una presa di posizione per influenzare le decisioni del governi.

Insomma non sono semplici spettatori di un mondo che cambia ma ne vogliono essere i protagonisti decidendo di volta in volta a chi riservare la loro fiducia.

Dove si trova la Generazione Z

La Generazione Z predilige oggi gli spazi virtuali più intimi che consentono una maggiore interazione P2P con gli altri utenti. Ecco allora che un pò snobbando piattaforme come Facebook e Instagram, oggi prediligono ambienti più ristretti come Twitch, Video giochi,You tube e TikTok soprannominati negli usa “Digital Campfires” perché sono i luoghi in cui vengono coltivate delle micro community un pò come ritrovarsi intorno a un falò una sera d’estate.

Il gaming diventa quindi un connettore per le Generazioni Z, è il nuovo paradigma delle interazioni on line in cui le piattaforme hanno diverse regole di ingaggio rispetto a quelle social più tradizionali e richiedono il totale coinvolgimento degli utenti e degli influencer per il posizionamento dei brand e lo sviluppo di attività di marketing al loro interno.

In che modo? Inserendo prodotti in edizioni limitata all’interno dei video giochi, ospitando concerti virtuali, personalizzando gli avatar con i codici della marca, creando eventi virtuali di qualsiasi tipo che, inseriti nel gioco, ne diventano parte integrante.

Certo la creatività in questi casi è decisiva per andare alla ricerca anche della collaborazione degli influencer e per non ritrovarti con la stessa tipologia di contenuti che potresti trovare su qualsiasi altro social, l’interazione con essi diventa fondamentale.

Come attirare l’attenzione della Generazione Z

I brand che vogliono attirare l’attenzione della Generazione Z devono quindi spostarsi e creare degli ambienti in cui loro possono sentirsi protagonisti all’interno delle piattaforme dove tendono maggiormente a riunirsi e poi osare in termini di creatività e visione.

Questo però non basta perché alla base ci dev’essere sempre un’identità e riconoscibilità di brand molto forte che consenta a loro di identificarsi e condividerne i valori e i tratti.

La comunicazione di massa con loro non funziona perché sono abituati a fare ricerca e andarsi a scovare le informazioni, sono utenti informati e attenti che, in qualche modo, costringono le aziende a fare scelte consapevoli.

I 5 modi per attirare l’attenzione della Generazione Z quindi sono:

  1. essere presenti nei loro luoghi, i luoghi del gaming dove ci sono community più piccole, dove si può parlare all’interno di gruppi composti da poche persone, dove il dialogo è più immediato e dove si possono condividere forme di intrattenimento. È un pò come ritrovarsi in un Club per un drink ascoltando musica.

  2. diventare più inclusivi: i giovani non vogliono essere spettatori, ma protagonisti. Vogliono sentirsi coinvolti e interagire con i brand.

  3. devono scegliere la sostenibilità come driver di crescita, è così che anche il lusso si avvicina al concetto di “bello e buono” per il pianeta e per le persone. I giovani vanno alla ricerca dei brand virtuosi che vogliono migliorare il mondo.

  4. ripensare al concetto di second hand e riuso per un consumo sostenibile. Se le piattaforme di vendita di oggetti e abbigliamento di seconda mano continuano a proliferare e ad avere successo un motivo ci sarà. Il motivo è che i ragazzi cercano l’oggetto usato in rete non solo per una questione di “occasione” ma anche per un concetto di “minor spreco”. Di fronte a questo panorama le aziende non possono stare a guardare, ma magari creare esse stesse degli spazi ufficiali di rivendita dell’usato e/o ricondizionamento.

  5. avere uno Chief Diversity Officer che dovrà colmare i gap aziendali in tema di inclusività e diversità di genere affinché gli spazi aziendali diventino anche luoghi di cultura e di maggiore civiltà. Quando ogni giorno ci si confronta con certe tematiche poi quelle diventano anche lo specchio della realtà esterna.

Per questa generazione il Sito internet dell’azienda diventa pressoché inesistente, ciò che bisogna fare è sperimentare all’interno di spazi digitali più ristrettì dove costruire vere relazioni di fiducia in un rapporto P2P.


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