10 cose da fare per porre le basi del tuo progetto di engagement aziendale interno

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La tua azienda deve coltivare delle persone di successo per avere successo

 

Faccio consulenza aziendale ormai dal 2005, se anche escludiamo i primi 5 anni in cui timidamente mi presentavo nelle aziende cercando di capire come sviluppare al meglio il mio lavoro, come crescere ma soprattutto come farmi ascoltare; rimangono comunque altri 10 anni di grande esperienza e duro lavoro ma soprattutto di, ormai passati, 20 di frustrante attività da dipendente continuamente sottostimata.

Avendo quindi frequentato aziende molto diverse tra loro per settori, dimensioni, aree geografiche e approccio mentale ed essendo io una persona molto curiosa, in continua crescita, in costante evoluzione e sempre attenta ai cambiamenti in atto; non ho potuto fare a meno di osservare come negli anni l’approccio al marketing, all’immagine aziendale, alla reputazione e alla comunicazione siano notevolmente cambiati.

Basta guardare come negli anni si sono andati trasformando anche gli spazi aziendali. Da black box organizzati a compartimenti stagni con le porte sempre chiuse, siamo passati a open space e spazi lavorativi condivisi e di gioco dove trascorrere i momenti di pausa in favore del team e dello sviluppo della socializzazione interna.

Sembra quindi che le aziende si siano accorte della necessità di sollecitare relazioni sociali all’interno delle organizzazioni per lo sviluppo di un business sempre più sano e sostenibile.

Ma non solo, le nuove strutture aziendali non sono più blocchi di cemento chiusi ma edifici dalle grandi vetrate che si affacciano sul mondo esterno segno di una sempre maggiore richiesta di trasparenza, autenticità e onestà. Anche il design delle aziende è così cambiato.

Cosa vuol dire avere un’organizzazione interna sostenibile?

La sostenibilità in azienda può essere vista sotto tanti aspetti, in questo caso in cui parliamo di persone e marketing vuol dire avere un bacino di risorse il cui engagement viene continuamente sollecitato e che contribuiscono positivamente al successo dell’organizzazione attraverso la condivisione, la fiducia, lo scambio, la crescita, l’inclusione e la responsabilizzazione.

In pratica, quali sono le attività che possono essere concretamente messe in atto dall’azienda?

  1. La creazione di un manifesto dei valori aziendali e di comportamento all’interno dell’organizzazione.

  2. La creazione di attività per il reale scambio di idee tra livelli aziendali diversi e tra dipartimenti diversi che è non è la stessa cosa di “la mia porta è sempre aperta”.

  3. La condivisione di una vision: qualsiasi persona all’interno dell’azienda deve sapere dove si trova e dove sta andando per poter remare tutti dalla stessa parte.

  4. Il supporto alle persone nella crescita personale e professionale oltre che sostenerle nei momenti di difficoltà. Persone felici saranno risorse felici.

  5. Far sentire le persone come parte di un progetto a cui contribuiscono ogni giorno a scriverne la storia.

  6. La promozione delle differenze e le unicità perché sono le contaminazioni che portano le trasformazioni.

  7. Il festeggiamento dei successi e andare oltre le aspettative imposte per legge. Le persone non vogliono solo uno stipendio a fine mese, vogliono essere riconosciute per il lavoro che fanno e per il valore che apportano.

  8. Il coinvolgimento delle risorse nei progetti aziendali dando la possibilità anche all’operaio, prezioso e insostituibile all’interno della catena produttiva, che ogni giorno affronta un lavoro sempre uguale a sé stesso e probabilmente poco stimolante, di poter migliorare le proprie skills e trasmettere la sua competenza e il suo valore. L’attivazione di un continuo engagement aziendale interno rende l’organizzazione dinamica.

  9. La creazione di un ambiente dove le risorse si possano permettere il lusso di sbagliare e riprovare con più fiducia.

  10. L’apertura verso il mondo esterno. Considerare l’azienda come uno spazio di condivisione per la realizzazione di tavole rotonde, meeting e giornate di formazione con professionisti, creativi, professori, artisti ed esperti di qualsiasi settore ma anche con i propri competitor con cui si possono comunque condividere riflessioni riguardo al mercato.

Perché tutto questo ha a che fare col Marketing?

E ora mi chiederete voi, perché mai l’organizzazione aziendale, la vision e una gestione delle risorse più sostenibile dovrebbe avere a che fare col marketing? Innanzitutto perché in questo riappropriarsi del legame col territorio in cui l’azienda è inserita fa sì che persone felici trasmettano verso la comunità i valori aziendali acquisiti e condivisi con l’orgoglio di far parte di un’organizzazione che si rispetta e per la quale si contribuisce al successo grazie al proprio lavoro. Ma non solo; in un’organizzazione in cui si valorizzano le differenze individuali, si ascoltano le singole voci, si sviluppa l’engagement interno e si favoriscono le relazioni, il dialogo e lo scambio sarà molto più facile trovare persone competenti ed esperte del tuo prodotto e servizio che in modo del tutto naturale si ritroveranno ad essere i primi e più importanti ambassador della tua azienda.

Se l’immagine e la comunicazione aziendale si basano sempre più sulle conversazioni digitali, sulle relazioni che dall’on line devono trasformarsi in off-line e sulla creazione di fiducia con i propri clienti; chi meglio delle persone che ogni giorno lavorano all’interno dell’azienda possono contribuire a generare conversazioni efficaci, consapevoli e autorevoli?

Là dove l’azienda continuerà a lavorare attraverso i suoi canali ufficiali web e social, allo stesso tempo ci potranno essere decine o centinaia di persone pronte a condividere, rispondere e far nascere nuove conversazioni parallele generando così un passaparola positivo. Non dimentichiamo poi che le persone, dal momento che dichiarano di lavorare per una determinata azienda in qualche modo la rappresentano già; è quindi necessario che questa rappresentazione sia quanto meno in linea con i valori dell’azienda e l’immagine del brand.

Strutturare l’Employee Advocacy è possibile

Dopo queste considerazioni, perché aspettare che i propri dipendenti felici in modo del tutto naturale inizino a parlare della propria attività o diano testimonianza dell’efficacia di un prodotto rispondendo alla domanda di un utente? Non sarebbe forse meglio strutturare questo processo ed inserirlo in una vera e propria strategia di marketing con tanto di tempistiche, sviluppo dell’engagement, formazione, programmazione e misurazione dei risultati?

Non solo è possibile ma è anche sempre più necessario che le aziende si attivino in questo senso per fare un’ulteriore passo avanti nella loro innovazione di processo. Rompiamo il paradigma tale per cui i contenuti devono arrivare solo da un competente ufficio marketing che detta la strategia di comunicazione e pensiamo invece a quanto avrebbero da raccontare ogni giorno i dipendenti del loro lavoro.

È un cambiamento culturale importante e un approccio al lavoro diverso perché vuol dire pensarlo nell’ottica non di arrivare a fine giornata ma di raccontarlo verso l’esterno in questo modo valorizzandolo. Strutturare un’attività di questo genere nella propria strategia di comunicazione vuol dire formare le persone su aspetti come: scrittura creativa, fotografia, social management, conversazione digitale, gestione del contraddittorio ma anche sviluppare la loro consapevolezza, la loro motivazione e un approccio positivo al lavoro.

Tutto questo può far nascere programmi di sfida alla creatività, di incentivi aziendali, di crescita personale e professionale, di sviluppo e miglioramento delle proprie skills in grado di rendere il lavoro più stimolante e le relazioni interne più soddisfacenti con un’esponenziale ritorno di immagine e un moltiplicarsi delle conversazioni digitali positive intorno all’azienda.

Più visibilità vuol dire più attrazione, maggiore interesse, più engagement e più contatti oltre che un rafforzamento della reputazione aziendale sul mercato e nel territorio.

Ecco quindi l’incontro tra marketing e risorse umane: là dove uno definisce la strategia, la formazione e le modalità di condivisione, l’altro deve mettere a disposizione il tempo delle persone come parte integrante del lavoro, creare dei programmi di crescita e avanzamento oltre che di premiazione.

Un progetto di marketing che va studiato, definito nei dettagli, organizzato, gestito nel tempo e misurato; è un progetto a lungo termine che trasformerà i tuoi dipendenti in quelli che vengono anche definiti nano-influencer.

Sei pronto a compiere questo passo?

Se vuoi scoprire di più leggi il mio articolo sul progetto di Employee Advocacy.